La vaccinazione contro il virus Covid-19, sebbene consigliata ed incentivata, non costituisce un obbligo di legge per la generalità dei cittadini.
Per alcune categorie, invece, lo è.
Esclusi gli appartenenti alle Forze dell’Ordine ed il personale scolastico per i quali lo si era ipotizzato in un primo tempo, l’obbligo è invece previsto per il personale sanitario.
Per medici, farmacisti e personale infermieristico, sottoporsi alla vaccinazione costituisce un requisito sanitario essenziale per lo svolgimento dell’attività lavorativa.
Ma come “scovare” i sanitari renitenti?
A dire il vero, il meccanismo introdotto sembra un po’ complesso: vediamolo.
I datori di lavoro e gli ordini professionali del personale sanitario dovranno trasmettere alle ASL i nominativi dei sanitari.
Le ASL dovranno quindi verificare lo status vaccinale di ciascuno dei soggetti inseriti negli elenchi e pertanto risulteranno i nominativi dei soggetti non in regola.
La ASL dovrà quindi invitare i soggetti a documentare la vaccinazione o la ragione di un’eventuale quale esenzione.
In caso di mancato invio, la ASL inviterà il soggetto a sottoporsi alla somministrazione del vaccino, indicandone in proposito luogo e data.
In caso di inottemperanza, la ASL comunicherà al datore di lavoro ed all’ordine di appartenenza l’inosservanza dell’obbligo di legge.
Quindi il sanitario verrà sospeso dalle mansioni che comportano contatto diretto con le persone.
In tal caso il sanitario potrà essere adibito a mansioni inferiori e percepirà una retribuzione parametrata alle mansioni inferiori svolte.
Ma attenzione, quanto sopra non è ancora tutto.
Laddove, infatti, non fosse possibile adibire il personale a mansioni inferiori, il sanitario sarà sospeso da qualsiasi attività senza percepire la retribuzione.
Meccanismo complicato, ma deterrente molto efficace!!!!!