Può capitare a tutti di essere fermati da una pattuglia delle forze dell’ordine e di subire controlli con le apparecchiature in loro dotazione per rilevare l’assunzione di alcool.
Nel caso in cui il test sia positivo, cosa succede?
Innanzitutto va precisato che il nostro ordinamento (codice della strada) prevede tre diverse soglie di “ubriachezza”.
Al di sotto di 0,5 % g/l nessuna sanzione.
Poi sanzioni solo amministrative fino a 0.8% g/l e quindi sanzioni anche penali per le due soglie più gravi.
Le sanzioni pecuniarie sono anche importanti (possono raggiungere la considerevole cifra di € 6.000) ed a ciò va ad aggiungersi la sospensione della patente di guida.
Seguiranno poi i controlli da parte delle autorità sanitarie: una commissione medica dovrà infatti verificare l’idoneità psicofisica alla guida del patentato.
Per i casi di guida in stato di ebbrezza più grave, è prevista inoltre la confisca del veicolo, se appartenente al soggetto che ha commesso la violazione.
Una vera scocciatura, quindi: sanzioni penali, sospensione patente ed anche confisca!!!
Come limitare i danni?
La norma consente innanzitutto di sostituire la pena con i lavori di pubblica utilità.
Vantaggi?
Parecchi: estinzione del reato, e quindi fedina penale intonsa, no confisca e dimezzamento della sanzione della sospensione patente guida.
Altre scappatoie?
Recentemente la Cassazione (Cass. 11655/2021) ha stabilito che può applicarsi anche a tale tipologia di reato la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, evitando così le sanzioni penali.
In quali casi il soggetto in stato di ebbrezza potrà giovarsi dell’istituto?
Tre i criteri per ritenere la condotta di tenue gravità:
– la modalità della condotta,
– l’esiguità del danno e del pericolo,
– il grado di colpevolezza.
Alla bravura dell’avvocato, che dovrà valorizzare gli elementi a favore del cliente, ed alla comprensione del giudice le ultime parole.