Ebbene si, pare stia capitando anche questo.
Leggo sulla rivista Orobie che in alcune località di montagna, come ad esempio Foppolo, da quest’anno entrerà in vigore uno skipass obbligatorio ed a pagamento anche per chi pratica sci-alpinismo ed i ciaspolatori, attività per le quali non è previsto l’utilizzo delle piste da discesa e degli impianti di risalita.
Ma è legittima questa nuova regola?
Tecnicamente diremmo di no: chi pratica sci-alpinismo o la camminata con ciaspole normalmente sale e ridiscende attraverso pendii e sentieri che appartengono al demanio e quindi sono utilizzabili indistintamente da tutti senza alcun onere.
Perchè quindi dovrebbe occorrere pagare un obolo ad una società privata per fruire di un bene pubblico?
Diverso è ovviamente il caso dello sci di discesa, in cui lo skipass trova giustificazione per l’utilizzo degli impianti di risalita e per i servizi connessi, come la sicurezza e la manutenzione delle piste.
E poi in questo caso i beni pubblici, come le piste da sci e gli impianti di risalita, sono in concessione alla società privata.
Secondo argomento: con quale strumento giuridico poi l’operatore di una società privata potrebbe esigere il pagamento di un ticket, in caso di rifiuto da parte dell’utente di provvedere al pagamento?
A nostro avviso questa nuova tendenza non riscuoterà grande successo.
