È una domanda che ogni avvocato si è sentito porre.
E “quello lì” può essere un mafioso, un brigatista, un omicida, o magari anche qualcuno che anni dopo si scopre essere innocente.
Oppure “quello lì” potrebbe essere tuo marito, tuo padre o tuo figlio, oppure proprio tu, perchè a chiunque può capitare di essere ingiustamente accusato di un reato.
Ma forse non tutti sanno che, senza un avvocato, un processo non può essere celebrato, e quindi anche chi ha commesso crimini efferati non potrebbe essere condannato.
A questi IGNORANTI, li definisco così, ricordo la vicenda dell’avvocato Fulvio Croce, difensore di alcuni brigatisti non per scelta ma per spirito di servizio.
Nel 1976 ebbe inizio a Torino il processo ad alcuni membri delle Brigate Rosse tra cui Renato Curcio e Prospero Gallinari.
Al processo si verificò un fatto mai accaduto in precedenza in Italia: tutti gli imputati detenuti revocarono il mandato ai loro difensori di fiducia e minacciarono di morte i legali che avessero accettato la nomina come difensori di ufficio.
“ci assumiamo ogni responsabilità per le nostre azioni, ma rifiutiamo il essere processati dal regime” questa la sintesi delle dichiarazioni lette in aula dai brigatisti.
Ma ogni processo non può svolgersi senza un difensore, per cui occorreva provvedere.
A seguito della revoca dei difensori di fiducia la Corte richiese al Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Torino di indicare un elenco di nominativi di difensori d’ufficio da attribuire agli imputati e procedette alle nomine. Gli imputati, però, dichiararono che non intendevano accettare la nomina di difensori d’ufficio e fecero presente che “qualora i difensori accettassero la nomina saranno ritenuti come collaborazionisti del regime, con le conseguenze che ne potranno derivare”.
A seguito di quest’ultimo comunicato, i nuovi difensori d’ufficio nominati dalla Corte, in occasione della seconda udienza del 24 maggio 1976, rimisero a loro volta il mandato.
A questo punto, il presidente della corte d’assise, constatate le difficoltà di pervenire alla nomina di difensori, incaricò della difesa d’ufficio il presidente dell’ordine degli avvocati di Torino.
L’avvocato Croce, civilista, consapevole dei rischi che stava correndo, assunse la difesa.
Nel primo pomeriggio del 28 aprile 1977, cinque giorni prima della data fissata per l’udienza del processo, l’avvocato Croce scese dall’auto e senti una voce.
“Avvocato…” qualcuno lo chiamò e lui si voltò, vedendo il volto di chi lo avrebbe assassinato.
Fulvio Croce, 6/6/1901 – 28/4/1977, avvocato