Chiunque di noi viaggi spesso avrà apprezzato la comodità, la praticità e anche la economicità dei servizi di noleggio con conducente: ci riferiamo a società come Uber o simili.

Spesso il servizio supplisce alla carenza di auto pubbliche od al loro alto costo.

Una norma statale del 2018 ha previsto il blocco del rilascio di nuove licenze, fino alla istituzione e piena operatività di un registro unico nazionale che non venne mai istituito.

I titolari di licenze taxi all’epoca esultarono e i conducenti NCC invece sollevarono il sospetto di finalità protezionistiche.

Veniamo all’attualità: nel 2023 la regione Calabria emette un provvedimento con il quale autorizza una società a svolgere il servizio N.C.C..

Il Governo propone ricorso alla Corte Costituzionale contro il provvedimento regionale: viola le prerogative dello Stato che avevano inibito il rilascio di nuove licenze NCC. fino all’operatività del nuovo registro che al momento non c’è.

La decisione interlocutoria della Corte Costituzionale sorprende, ma non tanto.

Non è un gioco di parole: per valutare la costituzionalità del provvedimento regionale occorre, in via pregiudiziale, valutare se è costituzionale la Legge dello Stato che si assume essere stata violata.

La motivazione del provvedimento interlocutorio lascia presagire l’esito della decisione: “….si può dubitare che la disposizione statale in oggetto, per come strutturata, sia riconducibile a un motivo di utilità sociale o ad un interesse della collettività, apparendo piuttosto rispondere ad un’istanza protezionistica”.

Le ragioni andranno, quindi, a Regione Calabria e con questa alla categoria delle società N.C.C.?

Vedremo quale la decisione all’esito dell’ordinanza 35 del 7/3/2024.